DON MARCO POZZA, “LA GENTE NON CERCA UN PRETE PERFETTO MA UN PRETE VERO”

Ponte di Legno – “La gente non cerca un prete perfetto, la gente cerca un prete vero”. Quello che cerca di essere don Marco Pozza, che si sente tutt’altro che perfetto, che sembra tutto fuorchè un prete: jeans e maglietta ne fanno, esteriormente, il tipico giovanotto del giorno d’oggi. Una prorompente forza interiore fa di lui una voce di Dio nei luoghi più estremi, come il carcere di Padova, di cui è cappellano, ma anche sulle ribalte maggiori, come la televisione, le librerie, le sale conferenze, visto che le sue trasmissioni sono seguitissime e i libri (a cominciare da quello scritto a quattro mani con Papa Francesco) venduti a migliaia. Don Marco è stato protagonista di una delle serate della rassegna “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”, organizzata dall’associazione Pontedilegno-MirellaCultura, alla Sala Paradiso del Centro Congressi Mirella.
 
Per due ore, il sacerdote veneto ha tenuto inchiodato il pubblico raccontando se stesso, la sua scelta, a poco più di dieci anni, di “essere non un ragazzo normale ma un ragazzo felice, che poi è diventato non un uomo normale ma un uomo felice e poi ancora non un prete normale ma un prete felice”, il suo approccio con la prima parrocchia, la ricerca di giovani per portarli a pregare (“come? Andando nelle piazze di Padova, incuneandosi fra loro, sparando cazzate come facevano loro”, da qui il soprannome di ‘don Spritz’), la sofferenza di tre anni di studio a Roma fra troppi volumi per i suoi gusti (lì è nata la parrocchia virtuale Sullastradadiemmaus.it, l’esperienza del carcere a contatto con parrocchiani certamente particolari (“ci entriamo disarmati, impotenti”) e, infine, lo straordinario rapporto nato con Papa Francesco, di cui esalta “il realismo, la capacità di stare sempre con i piedi per terra” e soprattutto “una umanità travolgente”.
 
Dalla conversazione con il Pontefice su Tv2000 è nato il libro “Quando pregate dite: Padre Nostro”, a cui don Marco adesso ha fatto seguire “Il contrario di mio” (presentato nell’ occasione), lettura dissacrante e profonda del Pater. Una collaborazione destinata a continuare con l’Ave Maria ma che poggia su solide basi. “Quando stai con questo Papa – ha detto don Pozza - senti di stare con un uomo che ha una frequentazione quotidiana con Dio e poi hai la certezza che in quel momento esisti solo tu”.
 
Applausi convinti, botta e risposta finale e alcune affermazioni destinate a far riflettere come “io sono felice di essere prete ma non sono sicuro di morire prete. Ci spero e basta. Nella vita non bisogna avere certezze, speranze sì”.