LA PONTEDILEGNO 1900-1940 RIVIVE NELLA “MEMORIA DELLA LUCE”

Il lavoro di ricerca di Pino Veclani in un volume voluto dai figli - Paesaggi e persone per ripercorrere la storia
PONTE DI LEGNO - Sono le piccole persone a fare la grande storia. E sono quelle le immagini che il fotografo Pino Veclani è andato a cercare per raccontare, nell’arco di una vita intera, la storia di Pontedilegno. Un lavoro che, malgrado la sua scomparsa, l’anno scorso, non è andato perduto. Da oggi quelle immagini sono raccolte in un libro, “La memoria della luce”, presentato in anteprima al Centro Congressi Mirella nell’ambito della rassegna “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”, alla presenza del sindaco Ivan Faustinelli.
Per realizzare il volume fotografico Elena e Paolo Veclani, due dei figli, hanno selezionato circa duecento scatti scegliendoli da un archivio di oltre 3.500. Quindi, assistiti dallo storico Giancarlo Maculotti e dal giornalista Massimo Lanzini, che insieme ad Anna Veclani hanno curato i testi, le hanno ordinate e impaginate secondo un criterio tanto cronologico quanto estetico. “Alla fine, è risultato un libro di paesaggi e di persone, tutte rigorosamente in bianco e nero, che attraverso le foto raccolte da papà, ripercorre la storia di Pontedilegno dagli inizi del ‘900 fino al 1940” ha detto Elena Veclani.
Contadini, pastori, lavoratori, soldati. “Se ci fate caso - ha sottolineato Lanzini al pubblico, numerosissimo, che affollava la Sala Paradiso - tutti le persone ritratte in queste foto hanno una caratteristica comune: guardano la macchina fotografica. Dritti, semplici, fiduciosi. Cioè a dire, “ci” guardano, da un secolo di distanza. Ecco, queste sono le memorie di luce di Pino Veclani”.
Il libro è “una carrellata di testimonianze visive” come l’ha definito Giancarlo Maculotti. “Ci consentono di capire esattamente cosa fosse Pontedilegno all’inizio del secolo - ha detto lo storico -. Un agglomerato di case sorte ai piedi del Tonale dove la gente viveva in un’economia che definirei ‘di sopravvivenza’ senza sapere neppure il significato della parola turismo. Lavorava, lavorava e basta. Per sopravvivere”.
L’archivio Veclani riesce a fare arrivare fino a noi le immagini di quella gente, di quella economia. Dando l’idea esatta di quale fosse la vita a Pontedilegno tra fine ‘800 e inizi ‘900, prima della Grande Guerra.
“La Prima Guerra Mondiale - ha detto Maculotti - portò poi distruzione e morte. Ma lasciò anche due fattori determinanti per lo sviluppo successivo di Pontedilegno: una linea elettrica, la prima mai vista in Alta Valcamonica, e una strada militare fino al Tonale”.
Nelle foto, quell’atmosfera di ricostruzione e rinascita torna a noi con la freschezza della luce. Per questo i figli Veclani hanno già annunciato un secondo libro, per proseguire con la storia di Pontedilegno dagli Anni Quaranta fino al Duemila. Sempre partendo, naturalmente, dalle foto del padre o da quelle da lui raccolte.