LE DUE VITE DELLA TRAVOLGENTE GIUSY

LE DUE VITE DELLA TRAVOLGENTE GIUSY
La Versace si è raccontata in una serata al Palazzetto dello Sport: aneddoti e riflessioni di una esistenza cambiata dopo l’incidente in cui ha perso le gambe: “non puoi decidere il tuo destino ma puoi decidere come affrontarlo”
 
Ponte di Legno – Da quel giorno sulla spiaggia di Scilla, quando una mamma rincorse la sua bambina per metterle una mano sugli occhi e portarla via perché non vedesse quelle gambe artificiali appoggiate accanto al lettino (“fu come una pugnalata, mi sono sentita un mostro”) a quando, accucciata sulla pista di atletica di Vigevano con le sue protesi, stava facendo stretching, e un ragazzino, dando di gomito ad un compagno, disse “quella è un’atleta e vince” (“sentirmi dire atleta che vince mi fece gonfiare il petto d’orgoglio”). La nuova vita di Giusy Versace è anche in questi piccoli episodi, raccontati in una serata, organizzata dall’Associazione Pontedilegno-MirellaCultura e dalla Pro Loco, in cui la sua travolgente verve ha contagiato il folto pubblico del Palazzetto dello Sport della località turistica dell’Alta Valle Camonica.
 
La serata aveva come titolo “Con la testa e con il cuore si va ovunque”, lo stesso del libro in cui Giusy racconta la storia di una vita cominciata il 22 agosto 2005, quando un terribile schianto contro il guard-rail della Salerno-Reggio Calabria le tranciò entrambe le gambe. Dalla paura di morire a una Ave Maria mai completata in attesa dei soccorsi, dal risveglio dal coma alla presa di coscienza che nulla sarebbe stato come prima, magari anche solo aprendo l’armadio in cui c’erano tante scarpe con il tacco. Pianti angoscianti e pianti liberatori, una grande fede e una considerazione: “non puoi decidere il tuo destino ma puoi decidere come affrontarlo”. Giusy l’ha affrontato con tanto, tanto coraggio, abbattendo le barriere della diffidenza e della diversità, aiutata dalla famiglia, da tanti amici, molti dei quali nel mondo dello sport. E ha vinto, non solo in pista ma anche nella vita, appunto la sua seconda vita: prima del 22 agosto 2005 era la tipica bellezza meridionale con un cognome importante, una carriera ben avviata nel mondo della moda; oggi è una donna che ha trasformato la disabilità in un plus, riuscendo ad imporsi come atleta, come personaggio televisivo (successo a “Ballando con le Stelle”, conduzione della Domenica Sportiva e altri programmi), come scrittrice e che è arrivata da qualche mese a sedere in Parlamento con l’obiettivo di difendere i diritti dei disabili, portare avanti le loro istanze, il più possibile in modo bipartisan.
 
Stimolata dalle domande del giornalista Claudio Arrigoni, Giusy Versace si è raccontata in maniera coinvolgente, fra aneddoti (come la gamba “volata via” volteggiando a “Ballando con le Stelle”) e riflessioni (“la prima volta a Lourdes ero arrabbiata e chiedevo ‘perché proprio a me?’ ma sentiì una voce rispondermi ‘Girati la domanda: perché non a te? Cosa hai più degli altri?’”). Grandi applausi, durante e a conclusione, con un’appendice lunghissima di firme di autografi e selfie.
 
“Una montagna di cultura…la cultura in montagna”, nel cui ambito si collocava la serata con Giusy Versace, prosegue domani, martedì 7 (ore 20.30, Centro Congressi Mirella), con un altro personaggio di spicco, don Marco Pozza, il prete parroco del carcere di Padova e autore con Papa Francesco del libro “Padre nostro”.