BAHRAMI, A PONTE DI LEGNO “MOMENTO DI CREAZIONE”

Ponte di Legno – “Un momento di creazione, bellezza, aggregazione, amicizia e dialogo nel segno della musica”. Ramin Bahrami, al momento di ripartire da Ponte di Legno per la Germania, sintetizza così il festival “In montagna con Bach-3”, conclusosi ieri sera, nella Sala Paradiso del Centro Congressi Mirella, con una sua straordinaria esibizione in Melancholia, anticipazione di quello che sarà uno dei suoi prossimi lavori musicali.

Del festival, inserito nella rassegna “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”, Bahrami è da tre anni il filo conduttore e il suo Concerto di Ferragosto è diventato un appuntamento tradizionale per gli appassionati di musica classica. “L’iniziativa di MirellaCultura – commenta il pianista di origine iraniana - permette a musicisti di fama di ritrovarsi in un luogo incantevole e al pubblico di affacciarsi alla musica in maniera meno formale. Anche chi è in vacanza ha bisogno di momenti di grande intensità culturale, che in questo caso non sono mai mancati”. Bahrami auspica un coinvolgimento “sempre maggiore e più diretto” dei giovanissimi alla musica e lo fa tracciando un bilancio complessivo che è “molto, molto positivo. E la partecipazione di un grande musicista come Guido Rimonda, del Quintetto della sua Camerata Ducale e di un giovane talento come Giulia Rimonda, oltre che di Francois-Joel Thiollier con il suo Gershwin, ha avvicinato le diverse generazioni”.

Negli ultimi due anni un punto fermo del Festival è diventato proprio Guido Rimonda, direttore musicale della Camerata Ducale di Vercelli, studioso di Giovan Battista Viotti. “Sono stati giornate uniche perché è stata una grande occasione di fare musica con Ramin Bahrami , suonare Bach in un paesaggio meraviglioso” dice il violinista piemontese, che rivolge un ringraziamento “alla famiglia Bulferetti, veri mecenati dell’arte” e sottolinea come questa sia stata occasione “per sperimentare nuovi progetti discografici: le Sonate di Bach sarà il prossimo CD per Decca e con Ramin lo registreremo fra dicembre e gennaio”.

Il festival di Ponte di Legno ha infatti rappresentato una sorta di laboratorio: Bahrami e Guido Rimonda, nel concerto di mercoledì 14, hanno eseguito quattro delle Sonate bachiane che entreranno a far parte del nuovo lavoro discografico, e poi, in Melancholia, il pianista iraniano, prendendo spunto dalla celeberrima incisione di Albrecht Dürer del 1514, ha disegnato un percorso musicale affascinante e intenso, con la complicità del giornalista e produttore Alberto Spano. Un dialogo a due, con immagini sullo sfondo, per aiutare il pubblico ad ascoltare con maggiore consapevolezza le pagine scelte fra quelle dei più grandi compositori “melanconici”, da Scarlatti a Luciano Berio, passando per Chopin, Tchaikovsky, Ravel e tanti altri, in cui Bach passa eccezionalmente in secondo piano. Proprio Spano ha sottolineato la capacità di Bahrami di “mettere insieme brani così diversi, grazie al suo carisma”. Elemento indispensabile per portare a termine il progetto su Melancholia, anticipato in Val Camonica.

Questo festival – conclude Ramin Bahrami – anche grazie ad una gestione fra amici ha permesso ogni anno di portare elementi nuovi. Così siamo passati dal Bach più classico fino ad una specie di storia del pianoforte, come è avvenuto ieri sera. Per questo mi auguro che possa andare avanti, avere sempre maggior sostegno e attenzione per continuare a rinnovarsi, come è riuscito a fare in questi anni”.