DA “UNA MONTAGNA DI CULTURA” ALLA SCUOLA DI POLITICA

Conclusa la rassegna estiva, ecco la nuova iniziativa di MirellaCultura che porterà a Ponte di Legno oltre 60 giovani e importanti relatori.
 
PONTE DI LEGNO – “Sì, sono veramente soddisfatto e con me lo sono tutti quanti si sono impegnati nella buona riuscita della manifestazione”: in questa frase di Andrea Bulferetti, presidente di Pontedilegno-MirellaCultura, è già riassunto il bilancio di “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”, la rassegna che l’ Associazione organizza da sei anni e che quest’anno ha potuto contare anche sulla collaborazione della Pro Loco e della Biblioteca Civica dalignese, oltre che naturalmente del Comune di Ponte di Legno. Una rassegna che però non conclude l’estate di MirellaCultura, alle prese con una nuova iniziativa, fermamente voluta dal suo presidente: una Scuola di Cultura Politica che, a metà settembre, porterà a Ponte di Legno oltre sessanta giovani provenienti da tutta Italia e numerosi importanti relatori.
Tenere in vita “Una montagna di cultura…”, in tempi di Covid, con regole precise e paure più o meno nascoste, è stata una scommessa. “Sì, era una scommessa, che alla fine abbiamo vinto. Ricordo di quando ci siamo trovati a maggio, appena dopo la fine del lock down, e ci chiedevamo se valeva la pena rischiare o rimandare tutto al prossimo anno”. Qualcosa ha fatto decidere per il sì: “anzitutto la volontà di dare un segnale di quasi normalità – spiega Bulferetti – pur con tutti i limiti imposti dalle regole anti-Covid e poi il fatto che PontedilegnoPoesia, il nostro premio nazionale, continuava a ricevere adesioni”. PontedilegnoPoesia è l’appuntamento storico di MirellaCultura: è arrivato all’undicesima edizione, è la trave portante su cui si sono innestati gli altri appuntamenti racchiusi nel contenitore “Una montagna di cultura…”. “A gennaio, quando non si parlava di coronavirus, avevamo emesso il bando 2020 e da febbraio sono cominciati ad arrivare i libri. Ci è sembrato ingiusto mandare a vuoto questo impegno di tanti autori. Abbiamo solo allungato di 20 giorni i termini di chiusura anche perché molti ci segnalavano difficoltà di spedizione. Questo ci ha consentito di far partecipare 57 opere, un numero impensabile in tempi di lockdown. E allora ci siamo detti: se possiamo fare PontedilegnoPoesia, con l’inaugurazione del decimo totem, possiamo fare anche il resto”.
Inizialmente si era pensato ad un programma ridotto ed invece è diventato un programma come gli altri anni, forse anche più corposo. “Ci siamo incontrati con Pro Loco e Biblioteca Civica e abbiamo deciso di fare un percorso in comune, almeno per alcuni eventi e per venire incontro alle rispettive esigenze. Certo, ognuno ha continuato a fare autonomamente i propri eventi, la Pro Loco ha allestito alcuni spettacoli in piazza o al Palasport, noi abbiamo portato avanti il nostro Festival di musica classica “In montagna con…l’assoluto musicale”, ma in taluni casi unire le forze è stato un ben segnale”.
Cosa l’ha soddisfatta di più? “La disponibilità di alcuni personaggi a venire a Ponte di Legno. É stato così per don Marco Pozza, che, essendo personaggio televisivo, quest’anno più che mai, è conteso da molte parti; ma anche per musicisti di primo piano come Francois-Joel Thiollier o Guido Rimonda. Il rapporto con loro si è sempre più consolidato. Stanno diventando presenze fisse della nostra estate e vorrei che continuasse così anche in futuro”.
Se dovesse mettere in cornice un momento di questa edizione, quale metterebbe? Andrea Bulferetti non esita nel rispondere: “Ne metterei due. Il momento in cui abbiamo consegnato il Premio MirellaCultura 2020 a medici ed infermieri per il loro impegno nella lotta al Covid. Molti hanno avuto i brividi nell’ascoltare la motivazione e poi le loro parole. E poi la serata in ricordo di Papa Paolo VI, nella chiesa parrocchiale, con la performance di Luciano Bertoli. Però è un parere personale, che rischia di far torto ai protagonisti degli altri appuntamenti”.
E adesso? “Adesso - risponde Andrea Bulferetti - abbiamo questa Scuola di cultura politica, tre giorni dal 12 al 14 settembre. In queste settimane molti hanno detto che il nostro Paese ha bisogno di una nuova classe politica, in particolare quella degli amministratori pubblici. Perfettamente d’accordo. Avevo in mente questa scuola da due anni, con la collaborazione di alcuni amici avevamo messo le basi e fissato la prima edizione per l’inizio di aprile, poi è arrivato il lock down. Ora abbiamo selezionato oltre sessanta giovani di età compresa fra i 18 e i 31 anni, provenienti da 14 regioni italiane, che per tre giorni, a porte chiuse, potranno ascoltare le relazioni di esponenti di primo piano della vita pubblica. Due punti tengo a sottolineare: questa scuola non vuole avere e non avrà una connotazione politica e poi è completamente gratuita, dalla formazione all’ospitalità. É un piccolo sforzo che facciamo per il nostro Paese”.