DOC, LA STORIA VERA RACCONTATA DA PIERDANTE PICCIONI

Il medico cremonese, che ha ispirato la serie tv con Luca Argentero, protagonista a “Una montagna di cultura…” in una serata ricca di spunti di interesse.

PONTE DI LEGNO - “Ciao Doc”, “Ciao Doc”. É lo scambio di saluti abituale fra Pierdante Piccioni e Luca Argentero, ovvero il medico la cui vicenda ha ispirato la serie televisiva “Doc” e l’attore che ne è protagonista sul piccolo schermo. É una delle curiosità raccontate da Pierdante Piccioni nella serata al Centro Congressi Mirella di Ponte di Legno, intitolata appunto “Doc-una storia vera” ed inserita nella rassegna “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”, organizzata da Pontedilegno-MirellaCultura in collaborazione con la Pro Loco.

Gran parte del pubblico che gremiva la Sala Paradiso conosceva bene la storia del prof. Andrea Fanti, il protagonista della serie tv, meno quella di Pierdante Piccioni. Ma Fanti non è altro che Piccioni in versione romanzata, come si conviene alla trasposizione televisiva di una storia vera. Quella storia che il medico cremonese ha raccontato al pubblico con passione ma anche ironizzando sulle varie fasi perché, ha detto, “ironia e autoironia sono una gran medicina”.

Piccioni ha ripercorso la sua vicenda, cominciata il 31 maggio 2013 quando, per un incidente stradale a Pavia, è entrato in coma per alcune ore. Poche ma tali da cancellare dalla sua memoria 12 anni di vita. L’ultima immagine nella sua mente era del 25 ottobre 2001: c’era ancora la lira in corso di validità, c’erano i cellulari ma non gli smartphone, le e-mail dovevano ancora prendere il posto del fax. Ma soprattutto c’erano i figli ragazzini, la moglie senza una ruga insomma una famiglia diversa da quella che si è trovato di fronte al risveglio al pronto soccorso. Lì è cominciato un percorso ad ostacoli perché, in quelle condizioni, da primario si è trovato a fare un lavoro molto simile a quello del bidello, accendere e spegnere computer, giusto un modo per  evitare la pensione per invalidità e avere tempo di trasformare “la sfiga in sfida”. Una sfida vinta con una lunga riabilitazione che poggiava su elementi indispensabili: fede, fortuna, sanità efficiente, volontariato, ma soprattutto l’aiuto di famiglia e amici.

Oggi Pierdante Piccioni è responsabile dell'unità di Integrazione Ospedale Territorio e Appropriatezza della Cronicità a Lodi, conserva ancora le tracce dell’incidente (“ho una gamba un po’ sifula”), ha mutato un po’ carattere, prima “un po’ bastardo”, al lavoro alterna il piacere della scrittura (ormai sono numerosi i libri scritti con Pierangelo Sapegno) e collabora alla sceneggiatura di Doc, che vivrà una terza serie, visto il successo delle precedenti. E si racconta come Dr. Amnesia in serate di grande interesse, come è stata quella di Ponte di Legno, ricca di spunti anche attraverso le domande del pubblico.

“Una montagna di cultura…la cultura in montagna” ora riserva un trittico di concerti: stasera “Smile-uno Stradivari al cinema” con Guido Rimonda e la Camerata Ducale; domani pomeriggio ancora Rimonda en plein air a Case di Viso (ore 17.30); il 16 Ramin Bahrami a chiudere il festival “Sulle vette dell’armonia”.