DON POZZA, ECCO PERCHE’ SONO PRETE

PONTE DI LEGNO - "Qualunque cosa succeda, cerca solo di essere una brava persona": è questo il messaggio-chiave contenuto nell'ultimo libro di don Marco Pozza, "Alla fine è sempre all'improvviso", uscito per San Paolo. Ed è sul significato profondo di questo messaggio che il sacerdote veneto ha dedicato ieri sera a Ponte di Legno l'incontro organizzato nell'ambito della rassegna "Una montagna di cultura...la cultura in montagna", organizzata da MirellaCultura insieme a Pro Loco e Biblioteca Civica.
Parroco del carcere Due Palazzi di Padova, autore di una ventina di libri (alcuni dei quali scritti con Papa Francesco), conduttore di programmi televisivi per Raiuno e Canale 5, don Pozza è diventato ormai un personaggio conosciuto dal grande pubblico, "e sono grato a Papa Francesco per questo, ma ciò che conta davvero per me - ha detto - è continuare a essere prete al servizio degli ultimi". 
Solo così, affrontando quella che lui stesso definisce "una sfida quotidianamente estrema", riesce a trovare le ragioni profonde della sua vocazione. Una vocazione, a volte tormentata, che lo porta ogni giorno ad affrontare "vite sventrate dal male", ma è proprie attraverso di esse che lui riesce ad approdare alla ragione superiore del suo essere prete. "M'illumino d'immenso. Era la poesia più amata a scuola da noi ragazzi. Perché era la più breve. Ma ho scoperto poi, da prete, che in questo verso Ungaretti esprime tutto, il senso della vita e il mistero della fede".
Dopo don Pozza, la rassegna "Una montagna di cultura...la cultura in montagna" prosegue stasera con un concerto della giovane violinista Giulia Rimonda al Passo del Tonale. Al Sacrario militare, la violinista esegue "Memoria-2", in ricordo dei caduti di tutte le guerre. 
Domani, invece, il festival “Il silenzio delle cime, la bellezza della musica”, inserito nella rassegna, propone nella Sala Paradiso del Centro Congressi Mirella il concerto del pianista Francois-Joel Thiollier incentrato su musiche di Chopin e Ravel.